Come Rete per il contrasto alla Violenza di Genere dell’Ordine degli Psicologi dell’Umbria guardiamo con apprensione al fenomeno delle “baby influencer”. Si tratta di un particolare utilizzo della rete e dei social da parte di bambine, intorno ai dieci anni, che assumono atteggiamenti adultizzati e provocanti, si vestono in maniera ambigua, talvolta simulando con imbottiture, abiti succinti e trucco, pose sessualizzate.
Vogliamo porre l’attenzione sul fatto che l’esposizione mediatica di queste bambine non solo le espone, in prima persona, al rischio di attenzioni pericolose e inopportune ma pone le basi per la creazione, fin da piccole, di modelli stereotipati di femminilità. È facile trovare, sotto le foto e i video di queste bambine, sia commenti inopportuni di adulti, che alludono alla sessualità, sia di coetanee che esprimono la loro inadeguatezza per non essere allineate a quel modello (distorto) di femminilità.
Non possiamo continuare a porci verso la violenza sulle donne solo in un’ottica di intervento quando ormai è conclamata, dobbiamo lavorare per accorgerci dei segnali che la società ci manda rispetto alla lenta costruzione di una cultura della violenza, che si nutre di stereotipi e di una passiva accettazione di modelli di femminilità tossici, dove le donne vengono mostrate, in età sempre più precoce, come oggetti sessuali.
Ribadiamo inoltre, prendendo ciascuno la propria responsabilità, l’importanza del ruolo non delegabile ad altri che devono rivestire i genitori e gli adulti in genere, nella cura e nella protezione dell’immagine dei minori sui social, tratto identitario ormai imprescindibile nella nostra società, allertando sui rischi che la sovraesposizione mediatica comporta per la sana evoluzione psichica.
La coordinatrice
Dott.sa Francesca Cortesi