La Psicologia può essere utile, se ben utilizzata, per promuovere le risorse della Comunità regionale. Condivide questo pensiero? Se Lei sarà eletto, la Regione si impegnerà per promuovere queste risorse a favore dei cittadini?
Viviamo un contesto socio economico complicatissimo, dove le divaricazioni sociali si acuiscono e il disagio aumenta. Il lavoro che manca, le comunità che faticano a tenersi insieme, le disuguaglianze creano un malessere diffuso che va arginato. Per questo ritengo la psicologia una risorsa essenziale per la prevenzione e il benessere e trovo importante che gli strumenti a disposizione vengano valorizzati e messi a sistema perché possano garantire accessibilità e fruibilità di un servizio importante. È poi fondamentale che gli psicologi, insieme agli operatori e ai professionisti della sanità e del welfare, siano protagonisti della programmazione.
I nuovi Livelli Essenziali di Assistenza prevedono che ai cittadini venga garantita l’assistenza psicologica in caso di necessità. Da una nostra indagine risulta che in Umbria solo un cittadino su 4 riceve una risposta adeguata. Il suo programma cosa prevede per risolvere questo problema?
Nel programma di coalizione con cui mi candido a governare la Regione Umbria ci sono due obiettivi cardine: una sanità amica che mantenga alti i livelli qualitativi e migliori dove c’è da migliorare; l’esigenza di rafforzare la coesione sociale, lo spirito di comunità, la reciprocità, soprattutto in una società in cui crescono le individualità e in cui il ruolo dello psicologo può rafforzare la coesione. Lotta alle dipendenze e welfare di comunità sono tra le nostre priorità, anche attraverso l’implementazione dei piani sociali e sanitario. È evidente che per centrare obiettivi tanto ambiziosi l’impegno sulla capacità di rispondere adeguatamente ai bisogni delle persone, anche quando questo riguarda l’opportunità di contare su un supporto psicologico efficace, è centrale.
Nella prevenzione, gli interventi psicologici hanno un rapporto costi-benefici molto significativo, ma sono poco utilizzati. I servizi sanitari, del welfare, la scuola e le organizzazioni sono gli ambiti elettivi di questi interventi. Come pensa di potenziare queste attività? Se Lei sarà eletto, la Regione si impegnerà per promuovere questo tipo di servizi ai cittadini?
Serve prima di tutto una cultura diffusa per una nuova socialità e comunità coese e solidali, in cui le difficoltà non siano elemento di esclusione, ma dove un sistema di qualità che metta insieme cittadini, professionisti e amministratori non lasci indietro nessuno. I protocolli d’intesa con ANCI e le risoluzioni adottate dalla giunta regionale vanno in questa direzione ma c’è da lavorare molto per praticare i buoni propositi che ci siamo dati.
La presenza dello Psicologo nelle Cure Primarie – il progetto umbro PSICUP – ha dato risultati significativi: è favorevole alla graduale messa a regime del progetto?
Sull’accesso alla salute, sui servizi e sul benessere, come sui diritti, non si torna indietro. C’è un impegno preso dal consiglio regionale e sarà nostro compito, a prescindere dal ruolo che ci sarà dato svolgere, tenere alta l’attenzione sullo sviluppo di un progetto che potrebbe avere ricadute significative sulla qualità della vita delle persone che vivono nella nostra Regione. Dobbiamo prevedere, inoltre, nelle piante organiche dei sistemi socio-sanitario e scolastici un rafforzamento della presenza degli psicologi, proprio perché lavorare sulla prevenzione significa anche lavorare sull’efficientazione della spesa sanitaria.
In Puglia il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una proposta di legge sulla Psicologia in ambito scolastico. Sono previste attività di consulenza e sostegno psicologico, sportelli di ascolto, l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per la programmazione annuale degli interventi regionali e delle attività relative per poter meglio indirizzare le misure di supporto e promozione. Ritiene possibile questo percorso in Umbria?
Non solo lo ritengo possibile, ma necessario. I giovani sono il nostro futuro e dobbiamo prenderci cura di loro. Contrastare l’esclusione, il bullismo, i disagi, le dipendenze richiede interventi strutturati e non episodici.