Il National Institute for Health and Care Excellence (NICE), il centro inglese di riferimento mondiale per la clinica, ha individuato gli standard per il trattamento e la gestione della psicosi e della schizofrenia in assistenza primaria, secondaria e di comunità (community care) negli adulti dai 18 anni di età. Attualmente i farmaci antipsicotici sono il trattamento primario per la psicosi e la schizofrenia e ci sono evidenze consolidate sulla loro efficacia sia nel trattamento degli episodi psicotici acuti sia nella prevenzione delle ricadute nel tempo, in combinazione con interventi psicologici.
Tuttavia, nonostante ciò, avverte il NICE, permangono notevoli problemi. Una quota significativa di pazienti, fino al 40%, ha una scarsa risposta ai farmaci antipsicotici convenzionali e continua a mostrare sintomi psicotici (positivi e negativi) da moderati a gravi. Il NICE raccomanda che gli adulti con un primo episodio di psicosi inizino il trattamento entro 2 settimane, perché l’intervento precoce è in grado di migliorare i risultati clinici, come i tassi di ospedalizzazione, i sintomi e le ricadute nelle persone con un primo episodio di psicosi. La seconda raccomandazione del NICE sottolinea l’importanza di offrire agli adulti con psicosi o schizofrenia una terapia psicologica, in particolare cognitivo-comportamentale per la psicosi (CBTp). E’ infatti dimostrato che la psicoterapia, in combinazione con i farmaci antipsicotici, o da sola se il farmaco viene rifiutato, può migliorare i risultati come i sintomi psicotici. È auspicabile un approccio di ampio respiro, che combina diverse opzioni di trattamento su misura per le esigenze del singolo paziente. Gli standard di qualità includono anche raccomandazioni sull’erogazione di sostegno psicologico per i familiari o i caregiver di adulti con psicosi o schizofrenia.
“Queste indicazioni rafforzano quanto già previsto dalle recenti Linee-guida nazionali e pongono l’esigenza di avere equipe multidisciplinari nei centri di salute mentale, che includano un numero congruo di psicologi e psicoterapeuti” – sottolinea il presidente dell’ordine degli psicologi umbro David Lazzari. “Il lavoro multiprofessionale è la cura di base delle psicosi. Una psicoterapia orientata alla consapevolezza della malattia, al riconoscere e gestire alcuni sintomi specifici delle psicosi è alla base di una cura orientata alla guarigione (recovery) e non alla passiva cronicizzazione della malattia”. “E invece abbiamo situazioni in Umbria dove l’utente non ha alcuna disponibilità di queste figure e quindi di questi trattamenti. Da tempo affermiamo che occorre superare la monocultura del farmaco, risposta spesso indispensabile ma insufficiente in tanti casi. Auspichiamo vivamente che queste indicazioni vengano recepite nella nostra regione.”