Gli Psicologi dicono basta alla morte che vive a Gaza
COMUNICATO STAMPA
Roma, 24 maggio 2025
“La barbarie della guerra non ha abbandonato il nostro mondo”, ha detto il Presidente Mattarella, e non dobbiamo quindi “mai dare acquisiti alcuni valori come pace e sicurezza”. Assistere allo strazio di morte che sta accadendo in Palestina da un tempo che ormai pare tragicamente infinito ci lascia sconcertati, attoniti, sconvolti.
Non possiamo abituarci come se fosse normale routine all’orribile e ingiustificabile massacro di civili inermi, di neonati, bambini, ragazze e ragazzi, di anziani, di donne e uomini che, se sopravvivono alla morte, non sopravvivono alla fame e alle malattie, ai traumi di un’emergenza sanitaria e umanitaria giornaliera. L’odio che divampa ci spaventa per la cieca crudeltà che ha generato e che può generare. Il riconoscimento dell’alterità è la base non solo della convivenza rispettosa, ma, ancora più profondamente, della nostra stessa identità e del nostro senso di sé.
Le esperienze sul campo e le nostre conoscenze di professionisti della Salute Psicologica dimostrano che è possibile che popoli con storie e culture diverse possano incontrarsi, è possibile trattare una convivenza civile, che è possibile gestire i conflitti, se esiste però una volontà politica ad agevolare processi di pace. La Pace va costruita, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone partendo dalle macerie che tutto il mondo osserva dal 7 ottobre 2023.
Psicologhe e psicologi, italiani e internazionali, si trovano nella striscia di Gaza a fianco di chi subisce i traumi della morte, della perdita, della distruzione della propria casa. Si tratta di esperienze professionali e umane altamente significative, che intrecciano vite, dolore, sofferenza, silenzi, traumi, ricordi, nella speranza che questo orrore finisca presto. Sono traumi che incidono profondamente sulla personalità e sulla vita delle persone e rischiano di essere ereditati dalle generazioni future.
Quella di Gaza è un’emergenza che chiama in causa e affligge ciascuno di noi. Speriamo vivamente che questa nostra posizione come Comunità Professionale possa servire da stimolo a prendere una posizione pubblica condivisa contro il genocidio, le uccisioni barbare di bambini, donne e uomini, civili inermi.
Ufficio stampa Cnop
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